Nome: Aldabra
Stato: Attvo
Ultimo indirizzo conosciuto: Barcellona, ES
Luogo di nascita: Sconosciuto
Data di nascita: Sconosciuta
Razza: Tartaruga
Genere: Femmina
Lingue: Rettiliano, Inglese
Qualifica: Membro dei Time For Revolution
Manto: Marrone
Occhi: Marroni
Segni particolari: Nessuno
Famiglia: Sconosciuta
Educazione: Nessuna

Aldabra assieme ad alcuni migranti nel Sahara, 2020

Le origini di Aldabra sono avvolte nella nebbia. Da piccola, mentre passeggiava sulle dune sabbiose del suo atollo alle Isole Seychelles, una grossa noce di cocco le cadde dritta in testa, provocandole un’amnesia pressoché totale. Le uniche certezze rimaste erano il suo nome, l’incidente e la testa dolorante. Non ricordando la strada di casa, la giovane tartaruga iniziò a vagare senza una meta precisa, alla ricerca di qualcuno o qualcosa che potesse risvegliarla dal torpore che la avvolgeva e le rivelasse chi fosse. Passarono gli anni, e inconsapevolmente Aldabra si allontanò sempre più dalla sua terra d’origine, attraversando un lungo tratto di mare con un mezzo di fortuna. Durante le notti alla deriva l’unica consolazione era rivolgersi alla luna affinché la guidasse nell’arduo cammino che aveva intrapreso.
Quando toccò di nuovo terra si rimise in marcia, lenta ma inesorabile. Incontrò un altro essere vivente solo dopo molto tempo. Chiese allo sconosciuto se fosse in grado di riconoscere quella tartaruga ormai vecchia, ma la risposta fu negativa. Aldabra raccontò allora la sua storia allo sconosciuto, il quale rimase molto colpito dalla sfortuna ma anche dalla caparbietà della vecchia tartaruga. Alla fine del racconto lo sconosciuto le suggerì di recarsi in un luogo molto affollato, non troppo distante da dove si trovavano: forse avrebbe avuto più fortuna nel trovare qualcuno che la riconoscesse.

Rifugiati in Ruanda, 2018


Aldabra si rimise in marcia, e in pochi giorni arrivò in un enorme campo profughi sulle coste nord orientali dell’Africa. Al suo arrivo venne accolta con molta tenerezza e comprensione. Rimase profondamente colpita dall’ambiente in cui si trovava e decise di smettere di cercare le sue origini per aiutare il prossimo. Scomparve anche il mal di testa e ben presto al campo Aldabra divenne un punto di riferimento tra i più autorevoli.
La tartaruga è stata per molti anni la direttrice dell’area accoglienza. Ha svolto tutti i ruoli più importanti, salvando migliaia di vite e formando centinaia di volontari. Oggi dirige un nuovo e moderno rifugio per migranti sulla costa nordafricana. Ha conosciuto i Time for Revolution durante un convegno di Antonio G. È stato proprio il leader del movimento a chiederle di entrare a far parte del gruppo. I suoi migliori aiutanti – oltre che migliori amici – sono Elijah, un dromedario, e Lucky, un canguro nero. Aldabra non ha mai recuperato la memoria ma, nelle notti più silenziose, si può sentire la vecchia tartaruga parlare alla luna nel dialetto antico del suo atollo.

DOSSIER

I rifugiati nel mondo

Più dell’un per cento della popolazione mondiale ha dovuto lasciare il proprio paese e la propria casa nel 2020, ovvero una persona su 97. Di queste, più di otto rifugiati su 10 (85 per cento) si trova nei paesi in via di sviluppo, in una nazione vicino a quella da cui sono fuggiti. Sono questi alcuni dei dati resi noti dall’Unhcr (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati) nell’ultimo rapporto Global Trends1 che fotografa lo stato dei rifugiati nel mondo. L’aumento annuo, da una cifra di 70,8 milioni a fine 2018 a quella di 79,5 milioni a fine 2020, è il risultato di due fattori principali: il primo riguarda le grandi fughe dalla Repubblica Democratica del Congo, dal Sahel, dallo Yemen e dalla Siria, quest’ultima al suo decimo anno di conflitto (e responsabile da sola di 13,2 milioni di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati). Il secondo fattore è che si è giunti ad una migliore comprensione della situazione dei venezuelani al di fuori del loro paese, molti dei quali non sono legalmente registrati come rifugiati o richiedenti asilo. Ma non si tratta solo di numeri. Ogni persone porta cone sé una storia, fatta di sofferenza, di conflitto, di lutti. Tra i rifugiati ci sono tantissimi bambini, molti di loro non accompagnati, ovvero che hanno perso i genitori. Si stima siano tra i 30 e i 34 milioni, ovvero l’intera popolazione di Australia, Danimarca e Mongolia messe insieme.

Infografica sui viaggi dei rifugiati avvenuti nel 2020

[1] https://www.unhcr.org/news/press/2020/6/5ee9db2e4/1-cent-humanity-displaced-unhcr-global-trends-report.html