Immagine di Izzy

Nome: Ismael “Izzy” Tahani
Stato: Attivo
Ultimo indirizzo conosciuto: Sconosciuto
Luogo di nascita: Namibia, ZA
Data di nascita: 16/06/1995
Razza: Dromedario
Genere: Maschio
Lingue: Camelide, Inglese, Italiano, Francese, Spagnolo
Qualifica: Membro dei Time For Revolution
Manto: Marrone e bianco
Occhi: Marroni
Segni particolari: Nessuno
Famiglia: Sconosciuta
Educazione: Sconosciuta

Izzy a Padova (PD), 2021

Ismael Tahani è un noto writer e forse il membro più sfuggente dei Time For Revolution, comparso dal nulla cinque anni fa quando sui muri di tutto il pianeta ha cominciato a spuntare la scritta “Stop Bitching, Start A Revolution”. Il suo soprannome: Izzy.
Izzy è un outsider che ha fatto della sua arte un mantra per tutti coloro che vogliono cambiare le cose e far sentire la propria voce. Nonostante abbia molti fan, rimane una creatura umile: parla poco e con calma. Nonostante questo, sembra essere il ricercato preferito delle forze dell’ordine, da cui è stato arrestato più volte. Lo considerano un delinquente.

Izzy mentre graffita un muro a Gaza in Palestina, 2019

Nessuno sa come Ismael sia venuto in contatto con i Time For Revolution, a cui dà il proprio contributo lavorando nell’ombra: rischierebbe troppo a graffitare alla luce del giorno. Inoltre, non ama la visibilità; preferisce rintanarsi in qualche bar a discutere di come cambiare il mondo insieme agli artisti che ha incontrato negli anni, dalle crew di street dancer ai performer di strada, piuttosto che pronunciarsi di fronte alla folla.
Si muove sempre con almeno una bomboletta stretta nella zampa.

DOSSIER

Arte per comunicare l’ambiente

Da Banksy a Elisasson – solo per citare due dei nomi più famosi – l’arte mostra tutta la sua vicinanza ed efficacia nel trasmettere messaggi fondamentali per la protezione della natura e dell’ambiente. Negli ultimi anni anche gli appelli dal mondo creativo si fanno sempre più profondi, spettacolari, interrogandosi sul futuro del pianeta. Fin dai tempi di Joseph Beuys che alla fine degli anni ’70 diede vita alla sua “Difesa della Natura”, piantando 7mila alberi, tutti di specie diversa, creando un’installazione naturale permanente, sono numerosissimi gli esempi che troviamo ancora oggi. Come le Red Rebel Brigade, cortei di figure in tonaca rossa e volto bianco, ideati da Doug Francisco dell’Invisible Circus di Bristol, che accompagnano le manifestazioni degli attivisti climatici Extinction Rebellion, o l’iconico “Climate Clock”, comparso a New York nel 2020 e scandisce il conto alla rovescia indicando il tempo mancante all’umanità prima del “punto di non ritorno”. Non solo arti visive, ma anche la musica si è fatta portavoce dello stato di salute del pianeta, come il concerto per l’Artico di Ludovico Einaudi, per lanciare l’allarme su una delle aree del pianeta maggiormente colpite dal cambiamento climatico. E oggi si aggiunge un altro tassello artistico, i Time for Revolution.